Marco Ricci, nato il 5 giugno 1676 a Belluno, fu pittore paesaggista e incisore, figlio di Girolamo e nipote di Sebastiano. Fu allevato dallo zio a Venezia; il suo carattere violento lo obbligò a trasferirsi a Spalato a causa di una rissa, per poi accompagnare lo zio a Londra e lavorare con lui. A questo periodo risalgono vari paesaggi raffiguranti le coste dalmate e il Piave, di stampo tizianesco e misti a schemi fantastici tratti da vedute romantiche di colleghi suoi immediati predecessori. Alcuni improvvisi miglioramenti tecnici, come per esempio quelli h subiscono le figure, fanno pensare addirittura che i suoi quadri siano delle copie dei suddetti autori. In generale, le opere del periodo sono caratterizzate da una colorazione scura o giallognola (il più celebre esempio è Cascata).
In seguito, la conoscenza di Alessandro Magnasco dà vita a una collezione di scene di tempeste marine, dai toni scurissimi. Tanta è la somiglianza tra i quadri del veneziano e quelli del genovese, che talvolta attribuirli a uno dei due autori si rivela molto difficile. Il capolavoro paesaggistico del Miracolo di Mosè è testimonianza della ripresa collaborazione tra zio e nipote, che, al ritorno a Venezia da Londra, lavorarono in più stretto rapporto e collaborazione. Nell’opera suddetta, Marco Ricci staglia figure di eroi sullo sfondo chiaro dato dalle rovine. Nel suo ultimo periodo, l’artista è autore di varie tempere su pergamena, che ora si trovano a Windsor Castle. Nonostante fosse prevalentemente un paesaggista, restano molti ritratti caricaturali di attori drammatici. Esempio per i grandi pittori veneziani del diciottesimo secolo, morì suicida nella città stessa il 21 gennaio 1729.