Figlio di uno scalpellino, fu allievo di Antonio Badile, pittore di Verona. Già dopo le prime opere, si trasferì a Venezia nel 1555 grazie a importanti contatti che si crea nel mondo della nobiltà. Nello stesso anno cominciò nella chiesa di San Sebastiano la sua attività decorativa, con numerose opere, chiesa nella quale verrà poi sepolto. A Venezia incontra Daniele Barbaro, che nel 1560 gli assegnò la decorazione della sua villa vicino Castelfranco: Villa Barbaro a Maser in cui collabora con Palladio. Nel 1557 è premiato da Tiziano per la sua partecipazione alla Libreria Marciana e comincia la produzione di quelle straordinarie tele che lo hanno reso celebre, come le Nozze di Cana per San Giorgio Maggiore (ora al Louvre) e il Convito in casa Levi per Santi Giovanni e Paolo (ora all’Accademia) per cui fu anche processato dall’Inquisizione. Dalla metà degli anni Settanta fu il protagonista assoluto della decorazione di Palazzo Ducale. Nell'ultimo decennio d'attività, Veronese ammorbidisce il colore, fortemente influenzato dalla pittura tizianesca, in opere tarde come la "Lucrezia" del Kunsthistorisches di Vienna, si avvertono già accenni di una luministica prebarocca.