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Dario Galimberti

Dario Galimberti (Chioggia 1881-1966) nasce da una famiglia benestante, consegue la licenza media e ottiene un impiego di bancario, che poi abbandona per studiare pittura con Giuseppe Danieli. È un grande ammiratore dei colleghi contemporanei veneziani, ma è a Vienna che nel 1908 viene esposta la sua prima opera; è tuttavia una presenza fissa nelle mostre italiane, non meno che estere. Nel 1910 iniziò a seguire la scuola di Alessandro Milesi, il quale nel corso dei due anni successivi, lo introdurrà alla grande pittura veneziana .

Dal 1924 al 1927 sarà direttore della Scuola d’Arte di Chioggia, per poi ottenere la cattedra di disegno del Ginnasio e, fino al 1932, dell’Istituto Tecnico Comunale: contemporanea è la nascita della passione per la poesia, che il Galimberti coltiverà, e che raggiungerà l’apice dopo l’avventura di Fiume, quando le irrealizzate mire politiche dell’artista si trasformarono in amarezza. L’immediata impressione che si ha della sua pittura è che sia semplice e senza sbilanciamenti modernisti, in forte contrasto con la personalità estroversa dell’artista (che, unita alla rilevante posizione sociale dello stesso, lo renderà promotore di svariate iniziative nella sua città natale, di cui fu anche podestà nel 1944).

In realtà, pur essendo fondamentalmente tradizionalista , è consapevole e partecipe dei mutamenti di gusto dell’epoca, e mette sempre in primo piano l’emozione vitalistica nelle sue opere. Nonostante i soggetti parchi, è sempre visibile nei lavori del Galimberti una perfetta padronanza del colore e delle forme, che sceglie con oculatezza. Soggetti prediletti sono le barche e i riflessi dell’acqua. Colori e forme plastiche vengono analizzate con cura e sintetizzate in maniera preziosa e personale: i primi infine, distribuiti in modo originalissimo, evidenziano lo spiegamento dei piani. L’artista fa da intermediario tra la pittura veneziana, severa e aristocratica, imparata dal Milesi, e il cromatismo intenso dei “chioggisti”: ciò porta a un cromatismo pacato, né meditato né ardito, e coerentissimo. Per questo motivo, Dario Galimberti può ed è a buon diritto considerato uno dei maggiori esponenti del vedutismo di Chioggia.